INTRODUZIONE
'La conclusione poetica non è
altro che la volontà di creare uno spazio spirituale tanto maggiore con quanta
minor materia possibile' - Demosthenes Davvetas -.
Questo è l'incipit ideale per la Festa della poesia intitolata a Luigi Fusco,
saggista e poeta casertano, precocemente scomparso nel 1991. La manifestazione
nasce animata da tanta buona volontà ed amore per la poesia, nonostante,
dobbiamo dirlo, Caserta esprima una considerazione alquanto parziale verso una
disciplina interiore che può risolvere l'atonìa morale in cui sembriamo aver
trovato adeguato rifugio. Il passaggio all'ignavia è incombente. La poesia,
quindi, come concentrato di riscatto spirituale, maneggevole, liberata dai
clichés; essa è un bene realmente comune, nutrimento di appetiti intellettuali
più o meno consistenti.
Caserta possiede sicuramente un serbatoio umano considerevole, arricchito dalle
culture extracomunitarie presenti da molti anni nel nostro territorio, ma la
suddetta ignavia riduce al minimo l'aspirazione ai fondamenti etici che la
poesia è atta a trasfondere nel modus vivendi di qualsiasi tessuto sociale.
Scrivete dei versi, epigrammatici o idilliaci, saranno un atto d'amore verso il
mondo. Occorre poco, un accenno di volontà, ma la vastità raggiunta è
illimitata. Luigi Fusco non è morto: come può esserlo, se la parola è vita?
Pensate agli esempi - certo, eterogenei tra loro, pregni d'immediatezza
simbolica - di Socrate, Gesù, Giordano Bruno: essi non si radicano nel martirio
e nell'abnegazione estrema, ma nella parola. Parola: alfa e omega. L'opera di
Fusco è ancora viva: ricordiamo le sue poesie imperniate sulla ricerca
dell'innocenza, vissuta con elegiaco trasporto verso i luoghi fisici e ideali
della memoria; i saggi e le recensioni - felicissimi i saggi su Pasquale Maffeo
e sul teatro di Eduardo, ma la lista sarebbe lunga -, esegesi valorizzate da un
congruo impianto euristico; infine l'impegno militante nell'ambito della
promozione culturale a Caserta. Questo breve florilegio d i estratti ne illustra
la concezione poetica: 'Ecco, allora, che la poesia rifiuta di essere un
"collage" di sensazioni e ritorna con robusta coscienza verso la razionalità,
verso la teleologia; riscopre l'antica domanda sui fini della vita che si
esplica nel disegno di un itinerario privato ed universale; un disegno, per
l'appunto, umano'; '... mediare la cultura poetica ad un vasto pubblico, credere
ancora cioè nella possibilità che la poesia esca dal "labirinto" ritrovando la
connaturata capacità di metaforizzare l'esistenza in una prospettiva
esteticamente sublimata'; in conclusione, l'assunto che diviene il viatico
necessario ai nostri intendimenti: 'Ma l'artista, attraverso la sua opera, deve
soltanto testimoniare una concreta partecipazione alla vita, indipendente dai
possibili consensi'.
Carmine Simeone
PREFAZIONE
Ho accettato con molto piacere
l'invito, da parte degli amici che hanno promosso il concorso di poesia, a far
parte della giuria. E'stato tutto molto naturale, quasi andasse da sé, dal primo
incontro fino alle letture discusse con i componenti della giuria. Era un
piacere che non attendeva una ragione, ma l'occasione di questa breve nota mi
permette di vedere meglio, in quel piacere, delle ragioni che venivano forse da
molto lontano.
Tra i "congiurati" ho ritrovato degli amici, alcuni di data ormai antica insieme
ai quali, in anni direi lontanissimi, ebbi modo di partecipare ad una stagione
straordinaria per la vita culturale della città.
La piacevole sensazione, credo proprio condivisa, era quella di ritrovarsi per
un'occasione che, mi auguro, potrebbe dare il segno di una sorta di continuità,
di memoria, a quel fermento culturale, a volte miracoloso, che questa città ha
espresso e continua, nel corso degli anni, a vivere nonostante le numerose,
vecchie e nuove, difficoltà e la desolante aria che la città costringe spesso a
respirare.
Soprattutto per queste ragioni, che sono anche le ragioni di quel piacere
immediato, mi auguro che questa manifestazione possa avere un futuro e riuscire
a diventare un punto di riferimento per la vita culturale della città.
Si è discusso molto, tra noi della giuria, sulle poesie in concorso. Mai ci si è
trovati unanimi al momento di decidere quali poesie segnalare per la
pubblicazione. Sarebbe stato mostruoso, a mio parere, il contrario. Lo stesso
senso del fare poesia ne sarebbe rimasto oltraggiato.
Se è vero che l'incontro con la poesia può essere descritto come incontro con
una persona che abbia una visione del mondo diversa dalla nostra e con la quale
siamo chiamati a confrontarci, mettendo in gioco la nostra identità, dove la
memoria dell'uno si ritrovi a confondersi con i "giuramenti" dell'altro,
all'incontro tra i giurati e le poesie proposte questo valore della poesia è
venuto alla luce portando ombra e riparo.
La prossimità e la distanza che univano gli amici della giuria hanno trovato
voce, mettendosi in discussione, nelle parole che in ognuno di noi le poesie
hanno evocato.
Insomma, di nuovo, quel piacere che emerge dall' "inizio"della poesia e dal
mistero dell'amicizia.
Auguro di nuovo agli amici che hanno promosso questa "iniziativa" di poter
continuare, indicando ancora una "via" alla città che abitano e a cui danno
vita.
Lucio Saviani
DISSENSO
- Luce spaccacuore
di stelle inesistenti
aspettando ancora
giorni di grigio perforante
- Vascelli galleggianti
sull'orlo dell'idea
con vele di paura
aperte sotto il sole
- Sole di fine estate
e marchi nella schiena
la pelle che si spacca
con le gocce delle viole
- Viole color arancio
il mondo si scompiglia
e cancri nella terra
e falle nella pace
- Si arriva
tra un po' ci siamo
il capolinea è proprio sotto casa
e un brivido
- Rivedo i tacchi a spillo
schizzare nella pioggia
risento le tue dita, dieci,
coccolarmi i giorni
- e preparmi all'orgia
di questa vita, di questa sera
di una mattina
liscia come l'olio
- lo, ci penso già da un pò
a ritirar la lingua
a spegnermi il cervello
e mettermi in dissenso
- Ma la luce spaccacuore
mi solletica tuttora
mi balla sulla pelle
c'è troppa vita, ora.
BICE GARZONI
CORRIERE DI CASERTA - 04/11/1996
CORRIERE DI CASERTA - 17/06/1997