"Una poesia è vitale quando ci spinge oltre i propri inevitabili limiti, quando cioè le cose che hanno ispirato le sue parole... ci inducono il senso di altre cose e altre parole... si deve poter di una poesia come di un incontro un pò fuori dall'ordinario". Le parole di Alfredo Giuliani, poeta e critico del rivoluzionario letterario "Gruppo 63", tornano alla mente guardando i lavori di Bice Garzoni, dove la presenza della parola scritta è sempre stata un filo conduttore nei suoi collage, decollage, oli ed acrilici. Artista napoletana di versi-visivi, dopo un'esperienza come gallerista, a partire dagli anni Novanta comincia una propria produzione artistica, partecipando a mostre collettive e personali. Numerose le sue pubblicazioni su riviste e mensili di interesse nazionale. La passione per la parola-poesia ha il merito di condensare ciò che si ha da dire. Dunque abbinare segno e disegno in una sintesi tra l'iconico e il verbale: la poesia visiva, quale forma espressiva ha la risultante di compresenza di testo e immagine per un'immediata fruizione fortemente semantica, emotiva e comunicativa. Detta poesia, è un fenomeno generativo che ragiona per metafora ed è visivamente analogica, essa si mostra come "operazione poetica" di tipo estetico-formale, ma soprattutto emozionale. In realtà la poesia visiva si codifica come poetica nel 1963 a Firenze, quando un gruppo di intellettuali necessitava di un super-logos comunicativo veloce e provocatorio a immagine di quel momento storico e sociale. Dunque, linguaggio politico-ideologico. Bice Garzoni ha esteso semanticamente tale "lotta poetica" per una propria provocazione e personale comunicazione poetica ed estetica che si realizza finalmente tra parole e figurazione, come nelle cancellature. Uno scenario accattivante che costringe all'avvicinamento e dunque alla arrendevolezza della lettura. "Nell'economia sentimentale, il linguaggio è minaccia, un dire tutto ciò di cui sono capace. Uso la parola e la trasformo in visuale, in pura estetica... parole riscattate che diventano alfabeto di significazioni". La ricerca verbo-visuale viene ribadita in lavori materici traboccanti di oli, acrilici o resine in un disordine generativo di caos e necessità, un miscelante magma di grafiche, ritagli, colature e parole. Contaminazioni di tecniche e generi. II pensiero analogico si mostra nei lavori circolari come legami genetici o nel segno-cuore-icona in cui l'esplosione verbale lo veicola ad altrettanti rituali dal gusto caotico e vivo o nelle cancellature che portano curiosamente il negato in super-free, nella poesia lineare. Lasciare tracce d'amore per la sua città con argomenti e icone usate e abusate riconosciute e riconoscibili: il corniciello, il Vesuvio, la sirena, l'uovo di Megaride... Per lei la poesia si materializza e si schianta nel colore e nella rissa immaginifica di un prodotto estetico, ma in tutta consapevolezza "è probabile che io scriva perchè mi piace farlo".

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